Radiosoap, quando La7 voleva essere una rete forte come le altre

Prima di diventare il canale all news o quasi che conosciamo oggi, La7 ha tentato in vari modi e in vari momenti di diventare un canale generalista come tutti gli altri, scommettendo e investendo anche parecchi soldi per cercare di farsi largo nella pesante concorrenza di Rai e Mediaset.

Ovviamente quando parliamo di La7 parliamo di quelle frequenze e poi negli anni di quel canale, il numero 7 del telecomando che prima era stato occupato da canali come lo storico TeleMontecarlo diventato poi TMC da cui poi, nell’ormai lontano 2001, é diventato La7 acquistata dal gruppo SEAT.

Oggi La7 é sotto il controllo del gruppo editoriale di Urbano Cairo e dove un periodo piuttosto lungo e buio, oggi il canale ha acquisito una forte identità all news, un canale di approfondimento che piano piano e con investimenti via via più larghi e mirati aprendosi ad essere anche un pò più lifestyle e entertainment.

La7 logo vecchio

Aspirazione a canale intrattenimento con nomi di richiamo

La storia di La7 é stata lunga e travagliata con tanti cambiamenti di rotta che hanno portato alla direzione attuale che sembra essere ormai quella più congeniale, che si é saputa ritagliare il suo spazio anche nei risultati auditel e nel cuore di quel pubblico che cerca di informarsi, di approfondire con una certa credibilità che lascia invece molto a desiderare altri canali seppur con ascolti più alti.

L’esordio ufficiale di La7 avviene nel 2001 sotto la direzione di Roberto Giovalli ex direttore di Italia 1, con una serata inaugurale dalla discoteca Alcatraz di Milano trasmessa in prima serata dal titolo proprio Prima serata e condotta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

In quell’occasione furono presentati i volti della nuova emittente che erano di tutto rispetto tra cui proprio Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, Sabina Guzzanti, Gad Lerner.

Il palinsesto del canale era variegato, le trasmissioni iniziavano alle 12 con talk show, cartoni animati, game show, Fabio Volo in preserale, quindi serie tv, cinema e programmi scientifici.

L’ambizione inizialmente era bassa pur presentando una squadra di nomi della tv piuttosto altisonante ma evidentemente, come abbiamo avuto modo di scoprire poi non funzionò moltissimo.

Dopo l’acquisizione di Telecom Italia da parte di Marco Tronchetti Provera alla fine del 2001, cambiò la linea editoriale della rete che venne dedicata prevalentemente all’informazione e all’approfondimento giornalistico.

Quasi tutti i programmi della gestione precedente vennero cancellati e cambiati i conduttori; venne cambiato anche il logo del canale dal 18 marzo 2002 che subisce un restyling, perde le forme arrotondate, il tasto nero del telecomando, diventa un outline perfettamente simmetrico e cambia colore, da arancione cambia in un più sobrio blu.

Del precedente palinsesto rimangono pochi programmi come Il processo di Biscardi e se ne aggiungono di nuovi come Omnibus e Otto e mezzo (che proseguono ancora oggi con un certo successo), si rinnova anche il TG LA7.

Tempo dopo cambiò il direttore che divenne Antonio Campo dall’Orto, arrivarono programmi come Atlantide e Le invasioni barbariche con Daria Bignardi.

Nell’estate 2007 Antonio Campo Dall’Orto abbandona la direzione del canale. Nel 2008 LA7 deve fare i conti con una grave crisi finanziaria interna a Telecom Italia e durante l’estate si parlò del rischio di chiusura dell’emittente; il nuovo direttore Quintilio Tombolini è costretto a ridimensionare gli investimenti e le spese della rete causando un drastico taglio di risorse in particolare per il TG LA7 che causeranno vari scioperi per tutto l’autunno 2008 con interruzione della regolare trasmissione del telegiornale per diverse volte, oltre l’abbandono di alcune star diventate troppo onerose per la rete: alla fine del 2008 Daria Bignardi e Piero Chiambretti lasciano la rete, causando la chiusura dei rispettivi programmi, Le invasioni barbariche e Markette, due dei programmi di maggior successo e che verranno ripresi su altre televisioni. 

La7 logo 2002 2011

Successivamente arrivano star del calibro di Maurizio Crozza, Ilaria D’Amico e arriva anche Enrico Mentana che prende le redini del Tg La7 riportandolo decisamente su binari molto più fortunati e più forti.

L’era Urbano Cairo editore

Arriva il direttore Paolo Ruffini direttamente da Rai tre e riprova a riportare il canale molto vicino all’intrattenimento senza abbandonare l’attualità, le news e l’approfondimento quindi richiama Sabina Guzzanti, Roberto Saviano, Serena Dandini, Benedetta Parodi e anche Michele Santoro.

Questa nuova direzione funziona però solo a metà e si cambia nuovamente.

Dal 2013 La7 viene ceduta dal gruppo Telecom Italia al gruppo editoriale di Urbano Cairo in pessime condizioni finanziarie. Ma sarà proprio sotto la guida del gruppo editoriale che il canale seppur con molte difficoltà e lentamente ricomincia a risalire la china, oltre ad essere salvata dalla chiusura più volte ipotizzata.

Il 18 aprile 2014 Urbano Cairo ufficializza un taglio sugli investimenti del canale, i dipendenti annunciano uno sciopero per il giorno 9 maggio 2014; nello stesso periodo Paolo Ruffini abbandona il canale e passa alla direzione di TV2000. Nel 2014 arriva, in esclusiva per cinque anni, il giornalista Giovanni Floris.

Le soap opera su La7

In quanto Radiosoap come programma radiofonico in cui si parla e si ricordano soap del passato, su La7 ci sono mai state soap opera in palinsesto?

Ebbene si, il canale di Urbano Cairo un pò di tempo fa tentò anche la carta soap opera spagnola nel suo pomeriggio. Si trattava della soap Amare per sempre (Amar en tiempos revueltos).

Le vicende sono ambientate nella Spagna della guerra civile, quindi dagli ultimi anni Trenta in poi.

In Spagna la serie é durata sette stagioni con un certo successo, su La7 purtroppo é durata solo qualche settimana, cancellata per ascolti decisamente troppo bassi. Correva l’anno 2015.

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